Capitolo n° 9

Stato di salute aziendale: cos’è e come si valuta

Puoi valutare lo stato di salute della tua azienda monitorando alcuni indicatori: utile e fatturato, solvibilità, liquidità, redditività, posizione finanziaria e altri ancora. Scopriamo cosa sono e cosa rappresentano.

Autore: Fatture in Cloud

 

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Non siamo i soli ad ammalarci. Anche un’impresa, per quanto possa sembrare strano, potrebbe attraversare un momento di cattiva salute che potrebbe degenerare in qualcosa di più serio.

Ovviamente, c’è modo per valutare se la tua azienda è sana o se, al contrario, sta attraversando un momento no.

Dovrai monitorare costantemente alcuni parametri e indicatori economico-finanziari, grazie ai quali potrai capire come stanno andando i tuoi affari. In questo modo avrai sempre un quadro preciso sullo stato di salute aziendale.

Nei prossimi paragrafi ti spiegheremo, in maniera semplice e intuitiva, perché è importante monitorare lo stato di salute dell’azienda, quali sono i principali indicatori da tenere sotto controllo e come evitare che una situazione di “malessere” aziendale si trasformi in qualcosa di ben più grave.

 

Stato di salute dell'impresa: cosa s'intende e perché monitorarlo

Quando parliamo di stato di salute di un’impresa ci riferiamo alla sua capacità di:

  • finanziare la propria attività caratteristica, cioè l’attività principale che l’azienda svolge per produrre i propri utili,
  • far fronte alle spese correnti,
  • onorare gli impegni finanziari assunti nel tempo per lo sviluppo dell’attività aziendale.

Monitorando alcuni parametri di carattere economico e finanziario, potrai valutare se l’azienda è in buona salute o meno.

Con l’entrata in vigore del Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell'Insolvenza alcuni parametri sono utilizzati per individuare e prevenire eventuali crisi aziendali. Il nuovo panorama legislativo prevede a un radicale cambio di prospettiva sul fronte della gestione delle crisi aziendali.

L’obiettivo primario della legislazione entrata in vigore a metà 2022 è di preservare la continuità e il valore economico aziendale, intervenendo nel momento in cui iniziano a manifestarsi i primi segnali di crisi.

Le aziende devono così adottare un approccio previsionale che, partendo dall’analisi di alcuni indicatori patrimoniali e finanziari, permetta di individuare le prime avvisaglie di crisi.

Monitorando lo stato di salute aziendale, potrai cogliere i sintomi di una possibile crisi.

Gestione Finanziaria

 

Valutare lo stato di salute dell'impresa: l'analisi dei dati di bilancio

Così come la valutazione dello stato di salute di un paziente parte da un’anamnesi generale, per capire se la tua azienda sta bene dovrai partire dai dati di bilancio.

Dall’analisi del conto economico e dello stato patrimoniale ricaverai informazioni sulla solvibilità, sulla redditività e sulla liquidità aziendale: tutti dati che ti faranno capire se dovrai iniziare a preoccuparti o meno.

Utile e fatturato

I primi indicatori da analizzare tra i dati di bilancio - e del conto economico in particolare - sono il fatturato e l’utile.

Prima di tutto, dovrai effettuare un’analisi storica degli ultimi bilanci e valutare la crescita (o il calo) di fatturato che l’azienda ha fatto registrare.

Con il termine “fatturato” ci riferiamo al totale dei ricavi che la tua attività ha ottenuto tramite la vendita di prodotti e/o servizi. Puoi ricavare questo numero facendo la somma degli importi delle fatture emesse, a cui dovrai sottrarre l’IVA ed eventuali abbuoni e sconti che hai inserito in fattura.

Un’azienda sana è, senza troppi dubbi, un’azienda che riesce a espandere il proprio mercato e far crescere il proprio fatturato. Se in questo lasso di tempo, invece, il giro d’affari si è ristretto e il fatturato è in calo, allora potrebbero esserci problemi in vista.

Il fatturato, però, non è la sola voce del conto economico da considerare e analizzare. Infatti, è necessario anche calcolare gli utili, che, in linea di massima, corrispondono alla differenza tra ricavi (il totale guadagnato dall’attività) e i costi sostenuti. Se all’aumento del fatturato non corrispondono degli utili, infatti, vuol dire che la crescita non è completamente sostenibile.

In un arco di cinque (o più) anni può capitare di andare in perdita per uno o due anni. Se, però, per l’intero quinquennio l’azienda non produce degli utili e continua a erodere il capitale sociale (il capitale versato dei soci al momento della costituzione dell’azienda) è evidente che c’è qualcosa che non va.

Un esempio ti aiuterà a comprendere meglio quanto appena detto. Nel corso dell’ultimo quinquennio la tua azienda ha fatto segnare un aumento di fatturato del 50%, passando da 1.000.000 di euro a 1.500.000 euro. Gli utili, però, non hanno affatto replicato lo stesso trend. Anzi: nel primo, terzo, quarto e quinto anno hai registrato delle perdite, con il capitale sociale che si è ridotto di circa il 30%. Se ti dovessi trovare in questa situazione, probabilmente il tuo modello aziendale e il tuo business plan non stanno funzionando: spendi molto più di quanto stai incassando e la salute della tua azienda è tutt’altro che buona. .

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Solvibilità

Quando parliamo di solvibilità ci riferiamo a un parametro di stabilità finanziaria e i riferisce alla capacità dell’azienda di far fronte agli impegni finanziari assunti. Un’azienda solvibile è un’azienda che è in grado di restituire i capitali avuti in prestito per finanziare un piano di sviluppo o il pagamento di una spesa inattesa (come una cartella esattoriale, ad esempio). La solvibilità, in particolare, si riferisce allo stato patrimoniale di un’impresa. Quest’ultima, infatti, può dirsi solvibile quando le attività superano le passività, permettendole di far fronte alle posizioni debitorie.

Hai bisogno di ottenere capitale? Scopri quali a quali fonti di finanziamento puoi ricorrere.

Liquidità

Con il termine liquidità si intende la capacità dell’impresa di far fronte alla spesa corrente: pagare gli stipendi e le bollette, onorare gli impegni finanziari, pagare le tasse, finanziare il funzionamento quotidiano delle attività e così via.

Nel caso in cui un’azienda non riuscisse a far fronte ai cicli di entrate/uscite derivanti dall’attività tipica dell’azienda si troverebbe invischiata in una crisi di liquidità.

Da cosa può dipendere questa crisi? Le cause principali della cattiva gestione della liquidità sono da ricercarsi principalmente nella cattiva gestione dei crediti commerciali e dalla scarsa capacità di programmare gli incassi a fronte delle spese da sostenere.

Leggi anche l’approfondimento sulla liquidità aziendale cos'è e come gestisce.

Redditività (ROI E ROE)

La redditività, suddivisa tra return on investment (o redditività del capitale, abbreviato in ROI) e return on equity (o redditività del capitale netto, abbreviato in ROE), è la capacità dell’azienda di generare ricavi.

Cos’è il Return on investment. Il ROI permette di calcolare la redditività dell’azienda prendendo come parametro di riferimento le risorse utilizzate per finanziare la gestione dell’attività caratteristica dell’azienda.

Detto più semplicemente, grazie al ROI è possibile calcolare quanto “frutta” ogni euro investito nell’attività caratteristica dell’azienda.

Se per ogni euro investito l’azienda guadagna più di quanti interessi paga sui debiti, allora siamo alle prese con un’azienda sana. Al contrario, se gli interessi pagati sui capitali ricevuti in prestito sono superiore al tasso di ritorno degli investimenti, l'impresa sta accumulando perdite.

Cos’è il Return on equity. Il ROE viene utilizzato per determinare la redditività dell’azienda prendendo come parametro di riferimento il capitale di rischio.

Ossia, permette di calcolare la percentuale di profitto realizzato utilizzando esclusivamente risorse proprie. Si ottiene dividendo il risultato netto per il patrimonio netto e moltiplicando la cifra ottenuta per 100.

In caso di risultato netto negativo anche il ROE sarà negativo: questo vuol dire che la gestione delle attività aziendali è deficitaria e si sta erodendo il capitale sociale dell’impresa. Un ROE negativo è dunque sintomo di un forte squilibrio economico.

Come detto in precedenza parlando degli utili, è possibile che l’azienda possa avere una crisi di redditività per un breve, brevissimo periodo. Ma se il periodo dovesse prolungarsi eccessivamente, potrebbe segnalare che qualcosa nello sviluppo del business plan non è andato come previsto.

Gestione Finanziaria

 

Flussi di cassa e rendiconto finanziario: come denotano lo stato di salute 

Spesso e volentieri, il rendiconto finanziario e l’analisi dei flussi di cassa consentono di comprendere in maniera più efficace quale sia lo stato di salute di un’azienda rispetto ai parametri che troviamo esplicitati nel bilancio aziendale (come il conto economico e il fatturato).

Il rendiconto finanziario ci permette di calcolare tutte le variazioni di liquidità del corso di un determinato esercizio e di avere un quadro generale dell'andamento dei flussi di cassa in un determinato periodo di esercizio.

Questo documento può essere redatto a partire dal secondo anno di vita dell’azienda e consente di tracciare tutti gli incassi e tutte le spese reali dall’azienda.

Successivamente, le voci riportate saranno classificate in base alla loro natura, così da verificare quali siano gli incassi e le spese derivanti dall’attività caratteristica dell’azienda, quali quelle derivanti dalla gestione finanziaria e quali dall’attività di investimento.

Tramite la stesura e l’analisi del rendiconto finanziario - e, dunque, dall’analisi dei flussi di cassa - l’azienda può ricavare informazioni sulla sua capacità di:

  • finanziare l’attività caratteristica,
  • può rimborsare i finanziamenti ricevuti,
  • finanziare lo sviluppo di nuovi prodotti o servizi,
  • pagare tasse e imposte.

Insomma, il rendiconto finanziario è lo strumento principe per calcolare e valutare la liquidità a disposizione dell’azienda, la sua solvibilità e la sua stabilità.

La sua redazione è obbligatoria per le aziende di medie e grandi dimensioni, ma è consigliabile anche per le piccole e micro-imprese.

La capacità di misurare e controllare le dinamiche finanziarie migliora la credibilità agli occhi degli istituti di credito e, in caso di necessità, può permettere un accesso facilitato a prestiti e finanziamenti.

Approfondiremo l’argomento nel capitolo dedicato al rendiconto finanziario.

 

 

Posizione finanziaria netta

Il totale dei debiti finanziari - e la capacità dell’azienda di ripagarli - è un altro indicatore dello stato di buona salute dell’azienda. E per avere un quadro chiaro e completo di quale sia la situazione, è sempre bene monitorare la Posizione Finanziaria Netta, o PFN.

Questo parametro permette di conoscere in ogni momento quale sia l’esposizione finanziaria dell’azienda - ossia, la somma di tutti i debiti di natura finanziaria - al netto delle disponibilità liquide e tutte le attività che possono essere trasformate in contante nel breve periodo.

Dal rapporto tra la Posizione Finanziaria Netta e il Margine Operativo Lordo (o l’EBIDTA) puoi teoricamente calcolare in quanti anni dovresti estinguere i debiti finanziari, nel caso in utilizzassi tutti gli utili dell’azienda per questo fine.

Se, ad esempio, il rapporto PFN/MOL è uguale a 5 vorrebbe dire che l’azienda impiegherebbe 5 anni ad azzerare l’esposizione finanziaria (a patto, ovviamente, che non vengano attivate altre linee di credito che i margini operativi lordi siano costanti).

Va da sé che un rapporto eccessivamente elevato rappresenta un campanello d’allarme da non sottovalutare: l’azienda ha un’esposizione finanziaria altissima e potrebbe avere difficoltà a ripagare i debiti se i margini operativi dovessero calare per qualunque ragione.

Gestione Finanziaria

 

Rating del credito

Un altro parametro da tenere in considerazione è la valutazione del credito che le banche effettuano ogni volta che un’azienda (ma anche un privato cittadino) effettua una richiesta di prestito o richiede la concessione di un fido bancario.

Il rating del credito si basa principalmente sulle informazioni che Banca d’Italia inserisce all’interno della Centrale Rischi.

Questo sistema informativo raccoglie i dati sui rapporti di credito tra banche e clienti: ogni azienda (o privato cittadino) con un’esposizione finanziaria superiore ai 30.000 euro ha un proprio fascicolo nella Centrale Rischi all’interno del quale è presente lo stato dei rapporti.

Accedendo al record, gli intermediari finanziari possono ricostruire la “storia finanziaria” dell’azienda: quanti e quali prestiti sono attivi e la sua capacità di rimborsarli.

Se, ad esempio, un’impresa avesse avuto problemi con il pagamento di alcune rate di uno o più prestiti, nel suo record verrebbe segnalata come cattiva pagatrice, incidendo in maniera negativa sul suo rating del credito.

Una valutazione di credito negativa, dunque, è sintomo di un’azienda sovraindebitata incapace di far fronte alla sua esposizione finanziaria nei confronti di banche ed istituti di credito. Insomma, un’azienda che non attraversa sicuramente un buon momento.

Abbiamo visto come interpretare lo stato di salute “attuale” della tua azienda, utilizzando appositi indicatori. Per aiutarti in questa valutazione, puoi utilizzare il rendiconto finanziario, un documento obbligatorio per le grandi aziende e prezioso per tutte le attività. Lo esamineremo nel prossimo capitolo.