Capitolo 8

Le tariffe del freelance: quanto farsi pagare?

Come faccio a stabilire la mia tariffa oraria? Se questa domanda ti tormenta, questo è il capitolo che fa per te. Ti sveleremo finalmente come calcolare quanto farti pagare per il tuo lavoro.

Autore: Fatture in Cloud

Quanto dovrei farmi pagare per questo lavoro? Se sei un freelance, questa è una domanda che sicuramente ti sei posto (o ti porrai) spesso. Chiedere troppo rischia di farti perdere il cliente, ma fare sconti eccessivi toglie valore alla tua professionalità (e al tuo portafogli!). Un buon punto di partenza per non eccedere né in un senso né nell’altro è individuare il tuo costo orario e utilizzarlo come punto di riferimento per le tariffe da applicare. Già, ma come? Niente paura, nei prossimi paragrafi ti mostreremo i calcoli da fare (non preoccuparti, sono semplici!) e gli accorgimenti per applicare la giusta tariffa.

Come calcolare la tariffa oraria da applicare?

Decidere le tariffe da applicare è uno sporco lavoro, lo capiamo. Vorresti guadagnare il più possibile senza però far scappare il cliente. Le variabili da considerare sono molte e non sempre prevedibili. Ecco perché prima di tutto devi calcolare il costo orario del tuo lavoro. In questa prima fase non devi individuare il prezzo finale, ma un prezzo minimo accettabile. Come? Eccoti una formula “semplice semplice”:

Tariffa oraria minima = (salario potenziale + 44% - Freedom Tax) / (50x20)

Niente panico, alla fine di questo paragrafo ti sarà tutto chiaro! Innanzitutto analizziamo ogni elemento della formula:

  • Salario potenziale: è lo stipendio (netto) che riceveresti se svolgessi questa attività da dipendente. Per dare un valore al salario potenziale guarda gli annunci di lavoro (eventualmente fai anche qualche colloquio) e cerca di ricavare un valore medio.
  • 44%: è la tassazione media in Italia che va aggiunta al salario potenziale. Utilizziamo il valore medio perché devi tenere conto di tutti i benefit da dipendente di cui non godrai e che dovrai pagare di tasca tua (malattia, contributi, ferie ecc.).
  • Freedom Tax: è un valore (annuo) che dai alla tua “libertà” nell’essere libero professionista (orari flessibili, carburante risparmiato ecc.). In parole povere: quanti soldi all’anno saresti disposto a sacrificare per mantenere la tua indipendenza? Potrebbe corrispondere, ad esempio, al 20% del salario annuo.
  • 50x20: sono le ore fatturabili in un anno. 50 sono le settimane in un anno, anche se possono essere 48 come 52. 20 sono le ore fatturabili alla settimana: abbiamo stabilito questo valore perché, in una settimana lavorativa di 40 ore, un freelance può impiegarne fino alla metà per mansioni che non sono prettamente l'erogazione del bene/servizio (ad esempio, per gestire la contabilità, il rapporto con i clienti e la formazione). Ovviamente, se prevedi che le ore fatturabili alla settimana saranno di più, puoi aumentare il valore.

Facciamo un esempio pratico. Hai calcolato un salario medio di 32.000 € annui e una Freedom tax di 6.400 € (20% del salario).

Tariffa oraria minima=(32000+44% - 6400) / 1000 = 39.68

Ed ecco qua: 39,68 € è la tariffa oraria al di sotto della quale non dovresti mai scendere. Ovviamente non si tratta di un dato immutabile, ci sono molte variabili che potrebbero farti raddoppiare la tua tariffa minima o convincerti a ridurla leggermente (non esagerare però, cerca di restare sempre sopra il tuo prezzo minimo). Ecco alcune delle situazioni che potrebbero influenzare il prezzo:

  • Le caratteristiche del cliente. È affidabile? Altri freelance ti hanno confidato che non rispetta le scadenze di pagamento? Aggiungere questo lavoro al tuo portfolio attirerebbe più clienti? Tutte ragioni valide per aumentare o ridurre le tariffe.
  • Il tuo valore aggiunto. Un cliente ti ha scelto perché sa che sei uno dei pochi esperti di un certo settore… la tua tariffa non può che lievitare!
  • La specificità del lavoro richiesto. Se un incarico richiede una formazione aggiuntiva, ricorda di calcolare anche questo nel preventivo.
  • La durata del rapporto con il cliente. Se un cliente ti offre una collaborazione duratura puoi valutare di offrirgli pacchetti convenienti o un prezzo iniziale scontato.
  • I tempi di consegna. La fretta si paga! Se il cliente ti chiede tempi di consegna molto stretti, ricorda di considerare questo elemento quando gli farai il preventivo.

Questi gli elementi che più di frequente incideranno nella determinazione del prezzo. Impossibile prevedere tutte le variabili che incontrerai sul tuo cammino. Quello che possiamo fare però è darti un consiglio: non svenderti mai! Accettare un prezzo che non ti permetta di guadagnare abbastanza ha diversi riscontri negativi, non solo economici:

  • Bassa autostima: se accetti che il tuo lavoro sia sottopagato, inizierai a credere che non valga poi tanto. E uno dei peggiori nemici del freelance è la bassa autostima, quindi… parti con il piede giusto e credi in te stesso!
  • Crei pericolosi precedenti. Le voci girano, è difficile giustificare ad un cliente un prezzo decisamente superiore rispetto a quello che hai applicato a qualcun altro.
  • Addio motivazione. Lavorare tanto e guadagnare poco: quanto può durare? In pochi mesi ti ritroveresti senza soldi, stressato e con la sensazione di aver sbagliato tutto.

Quindi, ricorda: i prezzi che applichi devono soddisfare il cliente ma, prima di tutto, rendere felice te! Se ci riuscirai sarai già a metà dell’opera. Occupiamoci ora dell’altra metà: e se poi il cliente non ti paga? Abbiamo pensato anche a questo: nel prossimo capitolo ti sveliamo trucchi e accorgimenti per prevenire e risolvere situazioni spiacevoli.

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