Autore: Fatture in Cloud
Per rendere la fattura elettronica “comprensibile” al Sistema di Interscambio serve descriverla con dei “codici”. Tutti i codici disponibili sono presenti nelle “specifiche tecniche”, un documento preparato dall’Agenzia delle Entrate.
Quali sono questi codici? Qui vedremo quelli riferiti al destinatario, specifici per la pubblica amministrazione e utilizzati per definire il tipo di documento, la natura dell'operazione e le ritenute previdenziali. Gli elenchi sono aggiornati e sono conformi alle specifiche tecniche 1.8, le più recenti, in vigore dall'12/12/2023.
Come abbiamo visto nel capitolo 4 (dedicato alla compilazione della fattura elettronica), il destinatario della fattura si indica con:
Sono due codici utilizzati nella fattura elettronica PA e indicano rispettivamente la gara d'appalto e il progetto d'investimenti pubblico a cui si riferisce la fattura.
Servono a individuare la tipologia di documento elettronico trasmesso, quindi a specificare se si tratta, ad esempio, di una fattura “standard”, oppure di un acconto/anticipo su fattura o, ancora, di una nota di credito o di debito.
L’Agenzia delle Entrate, nelle specifiche tecniche 1.8, ammette questi codici per “TipoDocumento” :
I codici ammessi sono:
Se devi applicare alle tue fatture ritenute di tipo previdenziale, puoi inserire uno di questi codici:
Scegliere i codici più idonei a descrivere una fattura è fondamentale per trasmettere informazioni precise al Sistema di Interscambio; per questo motivo, se hai qualche incertezza, ti consigliamo di chiedere conferma al Commercialista.
Ora che abbiamo visto quali codici si possono utilizzare nelle fatture, passiamo a un altro campo che incontriamo al momento della compilazione: il bollo. Quando e come lo si deve inserire? E come si versa la relativa imposta? Nel prossimo capitolo rispondiamo a queste e ad altre domande.
Questo contenuto è aggiornato al 2024.