Capitolo n° 11

Tasse Partita Iva: quante se ne pagano e come si calcolano?

Le tasse da pagare variano a seconda della forma giuridica e del regime fiscale scelti. Vediamo qual è la tassazione prevista per una Partita Iva in regime ordinario, semplificato e forfettario, con esempi di calcolo.

Autore: Fatture in Cloud

 

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Quante tasse paga una Partita IVA in Italia? Questa è una delle domande che più di frequente si pongono le aziende, non solo in fase di valutazione e di apertura dell’attività, ma anche successivamente.

La tassazione di una Partita Iva varia molto in base al regime fiscale prescelto. Vediamo quindi quali sono le principali tasse previste da ogni regime e come si calcolano.


 

Quali sono i regimi fiscali e contabili in Italia

Nel momento in cui decidi di aprire e gestire la tua Partita Iva, è necessario adottare un regime fiscale e contabile. Con il termine regime fiscale intendiamo un insieme di procedure e regole da seguire per essere a norma dal punto di vista fiscale e legale.

I regimi attualmente in vigore in Italia tra cui poter scegliere sono tre:

  • regime ordinario,
  • regime forfettario,
  • regime semplificato.

Li abbiamo già visti nelle caratteristiche fondamentali nel capitolo dedicato ai regimi fiscali. Qui approfondiamo la tassazione prevista da ciascuno dei tre regimi.

 

Tassazione in regime ordinario

Le principali tasse che si applicano in contabilità ordinaria sono le seguenti:

  • IVA (Imposta sul valore aggiunto),
  • IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche),
  • IRES (Imposta sul reddito delle società),
  • IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive).

IVA

Tra gli obblighi imposti alle Partite Iva in regime ordinario vi è il versamento dell’IVA (Imposta sul valore aggiunto).

Questa imposta deve essere applicata in fattura, con un’aliquota (percentuale) variabile in base alla tipologia di bene o servizio trattato. Ad esempio, i beni di prima necessità sono soggetti all’IVA del 4%, mentre gli alimentari in genere, i semilavorati, il settore edile e il turismo prevedono l’IVA del 10%; tutti gli altri beni e servizi, invece, richiedono l’applicazione dell’IVA al 22%.

Per capire come funziona l’applicazione e versamento dell’IVA, facciamo un esempio.

Possiedi un negozio di abbigliamento e hai acquistato capi dai tuoi fornitori per un valore di 40.000 euro, sulla quale hai pagato 8.800 euro di IVA (al 22%).
L’IVA sugli acquisti viene definita a credito perché sei stato tu a pagarla e, di conseguenza, vanti un credito nei confronti dello Stato.

Quando vendi la merce, il prezzo in fattura è maggiorato dell’IVA. Ipotizziamo che tu abbia venduto 2.000 capi di abbigliamento a 80 euro cadauno, accumulando un’IVA pari a 35.200 euro di IVA. Questa è l’IVA a debito perché l’hai incassata e, quindi, adesso sei in debito nei confronti dello Stato.

A scadenze prefissate (in regime ordinario la scadenza è solitamente mensile), dovrai calcolare il saldo dell’IVA, scorporando quella a credito da quella a debito. Nel nostro esempio, ti ritroverai con IVA a debito di 26.400 euro, che dovrai versare allo Stato.



Quante tasse paga chi ha Partita Iva?
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IRPEF 2024: cos’è e come si calcola

L’IRPEF è l’imposta sul reddito delle persone fisiche.
Pagano l’IRPEF tutte le persone fisiche che producono almeno uno di questi tipi di reddito:

  • redditi fondiari;
  • redditi di capitale,
  • redditi da lavoro dipendente,
  • redditi di lavoro autonomo,
  • redditi di impresa,
  • redditi diversi.

Dovrai pagare l’IRPEF se hai scelto la forma giuridica di libero professionista o ditta individuale. Se invece la tua attività è una società, di persone o di capitali, non dovrai versare questa imposta.

L’IRPEF non si applica alla “No Tax Area”, ossia un valore di reddito al di sotto del quale la persona fisica è esente da imposizione fiscale. Per il 2024 rientrano nella no tax area i redditi da lavoro autonomo fino a 5.500€ all’anno.

L’IRPEF è un’imposta progressiva. Questo vuol dire che l’importo da pagare aumenta man mano che aumenta il tuo reddito.

Le prime misure di attuazione della delega fiscale, approvate dal Governo con il Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 2023, ha rimodulato l'IRPEF per l'anno 2024, riducendo a tre scaglioni di reddito e le corrispondenti aliquote progressive.

Gli scaglioni e le relative aliquote IRPEF 2024 sono dunque i seguenti:

 
Scaglioni di reddito in € Aliquota Imposta dovuta
da 0 a 28.000 23% 23% sulla parte eccedente la no tax area
da 28.000,01 a 50.000 35% 6.440€ + 35% sulla parte eccedente i 28.000€
oltre 50.000 43% 14.140€ + 43% sulla parte eccedente i 50.000€


Ricorda che, a partire dal secondo scaglione, le aliquote successive vengono applicate solo per la parte di reddito eccedente.
Un esempio pratico ti aiuterà a capire meglio. Se hai dichiarato 60.000 euro di reddito imponibile, per calcolare l’IRPEF dovrai seguire questi procedimenti:

  • primo scaglione 6.440€ (28.000 x 23%),
  • secondo scaglione 7.700€, con il 25% applicato sulla differenza tra 50.000 e 28.001€,
  • terzo scaglione 4.300€, con il 43% applicato sulla differenza tra 60.000 e 50.000€.

Quindi, andrai a pagare complessivamente 18.440€.


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IRES: cos’è e quanto si paga

L’IRES è l’imposta sul reddito delle società.
Devono pagarla:

  • le s.p.a. (società per azioni),
  • le s.a.p.a. (società in accomandita per azioni),
  • le s.r.l. (società a responsabilità limitata),
  • le società cooperative,
  • le società di mutua assicurazione,
  • gli enti pubblici e privati diversi dalle società,
  • i trust, le società e gli enti di ogni tipo con o senza personalità giuridica, non residenti nel territorio dello Stato.

Se la tua attività ha la forma di una delle società nell’elenco, devi pagare l’IRES. L’aliquota IRES è attualmente pari al 24% del reddito della società. Il calcolo del reddito sul quale applicare la percentuale IRES è abbastanza complicato. Per evitare errori (e quindi multe salate) ti consigliamo di farti assistere da un commercialista.

IRAP: cos’è e chi la deve pagare

L’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) è il tributo che le imprese devono pagare ogni anno alla Regione.

Devono pagare questa imposta:

  • le s.p.a. (società per azioni),
  • le s.r.l. (società a responsabilità limitata),
  • le s.a.p.a.: (società in accomandita per azioni),
  • le s.n.c.: (società in nome collettivo),
  • le s.a.s.: (società in accomandita semplice).

La Legge di Bilancio 2022 ha escluso da IRAP le persone fisiche, stabilendo che l’imposta “non è dovuta dalle persone fisiche esercenti attività commerciali ed esercenti arti e professioni”. Rientrano quindi tra i soggetti esclusi i liberi professionisti e le ditte individuali.

L’aliquota ordinaria IRAP è pari al 3,9%. Ogni regione può però decidere di aumentarla o ridurla fino a un massimo di 0,92 punti percentuali anche in base al tipo di attività svolta dall’impresa. Per avere il conteggio corretto ti consigliamo di rivolgerti a un commercialista o un consulente di fiducia.

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Tassazione in regime semplificato

Il regime semplificato prevede le stesse imposte di quello ordinario.

Per calcolare la tassazione di una Partita IVA in contabilità semplificata, se si tratta di una persona fisica, si fa riferimento alle aliquote IRPEF 2023, suddividendo il reddito imponibile in base agli scaglioni che abbiamo visto nel paragrafo dedicato all’IRPEF.

Da ricordare il fatto che nel regime semplificato il calcolo del reddito imponibile avviene seguendo il principio di cassa, mentre nell’ordinario si fa riferimento al principio di competenza.

Per ulteriori informazioni sul regime ordinario e semplificato e su ciò che li differenzia, leggi il capitolo “regime ordinario e semplificato: dettagli e differenze”.

 

Tasse in regime forfettario

Le tasse per una Partita Iva in regime forfettario si riducono ad un’unica aliquota sostitutiva.
Si tratta di un’imposta del 15% che va a sostituirsi a IRPEF, IRAP e addizionali regionali e comunali.
Per i primi cinque anni di un’attività, a determinate condizioni, l’aliquota è ridotta al 5%. Scopri quali sono queste condizioni in "regime forfettario per startup".

Per calcolare il reddito imponibile su cui applicare l’imposta sostitutiva, si deve individuare il coefficiente associato al proprio codice ATECO e moltiplicarlo per i ricavi calcolati secondo il principio di cassa. Per scoprire di più, leggi l’approfondimento dedicato alla tassazione in regime forfettario.

Ora che hai le idee più definite sulle imposte che contribuiscono ai costi della tua Partita IVA, passiamo ad un altro argomento. Esaminiamo un documento essenziale nella gestione di un’attività: la fattura. Vediamo cos’è, chi la deve emettere e quale tipologia scegliere in base all’operazione che intendi fatturare.


Domande frequenti sulle tasse di una Partita Iva

  1. Quante tasse si pagano con Partita Iva?
    Dipende da alcuni fattori, come il regime fiscale e la forma giuridica scelti per la Partita Iva. Ad esempio, le ditte individuali e liberi professionisti in regime ordinario pagano l’IRPEF, mentre le società di capitali pagano l’IRES. Le Partite Iva in regime forfettario, invece, pagano un’aliquota sostitutiva.

  2. Quante tasse si pagano con il regime ordinario?
    Le principali tasse a cui è soggetta una Partita Iva in regime ordinario sono: IVA, IRPEF, IRES e IRAP. Devono pagare l’IRPEF le persone fisiche (ditte individuali e liberi professionisti), mentre l’IRES è applicata al reddito delle società.

  3. Quante tasse si pagano con il regime semplificato?
    Il regime semplificato prevede la stessa tassazione del regime ordinario.

  4. Quante tasse si pagano con regime forfettario?
    Le Partite Iva in regime forfettario pagano un’aliquota sostitutiva del 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività che rispettano determinati requisiti.